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LUIGINA BORTOLATTO

LUCIANO CARAMEL

FABRIZIO D'AMICO

LICIO DAMIANI

GIORGIO DI GENOVA

AMEDEO GIACOMINI

MARIO DE MICHELI

ERNESTO UGO GRAMAZIO

JEAN PIERRE JOUVET

BRANE KOVIČ

CAMILLO SEMENZATO

VITTORIO SGARBI

EMILIO VEDOVA

MARCELLO VENTUROLI

ANDRE' VERDET

Celiberti ha le qualità del pittore e, nei quadri in cui egli non lascia andare la mano, dimostra di saper rappresentare lo spettacolo della natura con freschezza, come in certi orti frastagliati d’ombre e di sole . È evidente che questa è soprattutto la sua strada. Anche dipingere la felicità della vita della natura, senza vizi mistici o crepuscolari, è un compito alto della pittura. È quindi in questo senso lirico ch’io vedo muoversi Celiberti.

Mario De Micheli

(in “L’unità”, 18 febbraio 1955)

 

 

Alla Galleria Bergamini espone Giorgio Celiberti. Questo pittore friulano, da qualche tempo trasferitosi a Roma, ha già esposto a Milano altre volte. Il suo itinerario pittorico è stato abbastanza vario, ma sotto la varietà, dal realismo all’espressionismo, Celiberti è stato sempre se stesso: un colorista, un pittore spontaneo, di gusto sicuro. Sono ancora queste doti che ritornano a confermarsi in questa mostra. Nei suoi quadri di oggi si possono riconoscere ricordi di certo Roualt, di certo Vlamink, di certo Braque, ma non sono che ricordi. Celiberti resta essenzialmente legato alla sua poetica, che è la poetica del sentimento lirico, spontaneo, del colore. In questo senso le sue tempere intense esposte alla Bergamini raggiungono risultati sicuri, larghi, di fresca esecuzione, sia nei paesaggi che nelle nature morte.

Mario De Micheli

(in “L’Unità”, 15 gennaio 1960)

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